Nerone a Subiaco

La Villa di Nerone a Subiaco era una grandiosa residenza imperiale fatta costruire dall’imperatore Nerone nel I secolo d.C. nei pressi dell’attuale cittadina di Subiaco, nel Lazio. Situata lungo il fiume Aniene, in un’area ricca di acque e vegetazione, la villa era famosa per la sua magnificenza e per le opere idrauliche realizzate per sfruttare le sorgenti naturali della zona.

Caratteristiche della Villa

  • Dimensioni e Struttura: La villa copriva un’area molto vasta e includeva numerosi edifici residenziali, giardini, terme e ninfei.
  • Laghi Artificiali: Nerone fece costruire tre laghi artificiali, di cui uno particolarmente grande, da cui deriva il nome della città stessa (“Sublaqueum”, ovvero “sotto i laghi”).
  • Tecnologie Idrauliche: La villa sfruttava avanzati sistemi idraulici per convogliare l’acqua dalle sorgenti dell’Aniene, alimentando terme e fontane.

Declino e Utilizzo Successivo

Dopo la morte di Nerone (68 d.C.), la villa fu progressivamente abbandonata e cadde in rovina. Nei secoli successivi, l’area divenne sede di insediamenti monastici: proprio sulle sue rovine sorse, nel VI secolo, il Monastero di San Benedetto (Sacro Speco), fondato da San Benedetto da Norcia.

Resti e Scavi

Oggi della Villa di Nerone a Subiaco rimangono pochi resti visibili, tra cui tracce delle strutture murarie e delle opere idrauliche. Gli scavi archeologici hanno portato alla luce alcune parti della residenza, ma gran parte della villa è ancora sepolta o inglobata nelle costruzioni successive.

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IL COLOSSO DI NERONE
DIPINTO CHE RAFFIGURA LA SUA MORTE

Nella notte del 1305 tantissimi nostri avi morirono ma nessuno ricorda mai questa data. Nel Chronicon Sublacense viene descritto uno degli eventi più devastanti che hanno colpito la Valle dell’Aniene negli ultimi mille anni: il crollo delle enormi dighe volute da Nerone Imperatore attorno al 60 d.C. a sbarramento della stretta forra dell’Aniene . Intorno a questo paesaggio Nerone aveva voluto costruire una propria grandiosa residenza estiva. La grandiosità del progetto non ha nulla da invidiare alla Domus Aurea di Roma. L’enorme capacità costruttiva ed ingegneristica degli architetti di Nerone, riusci ad innalzare uno sbarramento nei pressi dell’odierno Ponte di San Mauro alto più di 80 metri che doveva contenere una pressione di milioni di metri cubi d’acqua. La grandiosa diga romana resistette per oltre 1240 anni. L’opera valse all’Imperatore l’eterno riconoscimento dei posteri abitanti della Valle. Ma in questo racconto lo scenario cambia, siamo nel pieno medioevo, all’inizio del XIV secolo; l’enorme diga, messa a dura prova da una forte nevicata, disciolta improvvisamente da un fortunale senza precedenti, improvvisamente crolla. Nonostante l’intervento dei monaci di Santa Scolastica la tragedia fu enorme. Nel libro Cronaca Sublacense del P. D. Cherubino Mirzio se ne parla ampiamente.

la villa oggi solo ruderi