Estratto da un articolo del sito https://silerenonpossum.com
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È così che il 19 dicembre 2024 il Santo Padre Francesco ha firmato il provvedimento con il quale affida a S.E.R. il Sig. Cardinale Giuseppe Petrocchi il compito di recarsi a Subiaco e compiere una visita apostolica prestando particolare attenzione alla questione economica.
Petrocchi, focolarino doc, è sempre stato attento ed interessato alle questioni economiche. Anche nella diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, sua prima destinazione episcopale, è ricordato per questo. Proprio a Latina raccontano che a Subiaco “il cardinale discepolo della Lubich ha portato con sé Sergio Caianiello”, 64 anni, dottore commercialista di Latina che ha un particolare feticcio per gli ordini cavallereschi. Spesso nelle nostre curie diocesane fanno capolino questi personaggi che si fanno raccomandare con lettere piene di elogi per poter ottenere qualche riconoscimento da parte della Santa Sede. Giornalisti che chiedono ai cardinali di farsi nominare “commendatori”, medici che vogliono indossare i mantelli dell’Ordine di Malta, commercialisti che chiedono di poter diventare Cavalieri, ecc… Chissà come mai si tratta sempre di gente che gestisce soldi. Se un prete dicesse al proprio vescovo che vuole una nomina del genere sarebbe etichettato come “arrivista”, questi laici invece no.
Se qualcuno in questi dodici lunghi anni si è scagliato tanto contro i chierici, si è dimenticato di questi personaggi che sono ben più pericolosi. A gennaio di quest’anno, infatti, il Segretario di Stato Pietro Parolin ha risposto positivamente alle richieste del confratello che lo pregava di concedere la nomina a Sergio Caianiello quale Cavaliere dell’Ordine di San Gregorio Magno. Ed è così che con un breve il Papa ha “concesso”: «Francesco Pontefice Massimo, accettando volentieri le richieste a Noi rivolte, dalle quali apprendiamo che tu hai ben meritato per il bene e per l’incremento del patrimonio cattolico della Chiesa, manifestiamo apertamente grata testimonianza della Nostra volontà a te (…), scegliamo, creiamo e nominiamo Cavaliere dell’Ordine di San Gregorio Magno e ti concediamo facoltà di godere di tutti i privilegi, che sono annessi a questa dignità».
La visita all’abbazia è iniziata il 18 febbraio 2025 ma, come ormai è consuetudine in questo pontificato, c’è una grave irregolarità nel provvedimento che la dispone. A seguito della decisione del Papa, infatti, il Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica ha emesso un provvedimento, che si riferisce a quello firmato dal Pontefice, con il quale stabilisce le modalità della visita.
Ritorniamo, quindi, a quanto detto in apertura e alle considerazioni sull’ignoranza del diritto che oggi porta la Chiesa verso un baratro. L’abbazia di Subiaco non è un’abbazia qualunque ma è territoriale e per questo è soggetta al Dicastero per i vescovi. Il provvedimento, quindi, dovrebbe uscire da Piazza Pio XII n. 10 e non dal n.3. Il medesimo pasticcio avvenne anche nel caso della comunità di Bose dove fecero notificare a Bianchi il decreto dal Segretario del Dicastero per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica. Peccato, però, che Bianchi e gli altri destinatari dei provvedimenti fossero tutti laici e il Dicastero non c’entrava alcunché.
Ci ritroviamo, ancora una volta, in un “pasticcio francescano”. Chiamarlo francescano, però, fa rivoltare nella tomba il poverello d’Assisi che la misericordia e l’amore le predicava per davvero non come slogan di un pontificato che sembra eterno.
F.P. e d.M.A.
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